Eccellenze del territorio, qualità delle produzioni, rispetto delle tradizioni. Queste sono solo alcune delle caratteristiche delle terre vinicole delle Langhe-Roero, che insieme al Monferrato, sono entrate nella lista dei patrimoni Unesco.
A commentare la forte crescita di questi territori è Roberta Ceretto, presidente delle omonime cantine e terza generazione di una delle famiglie storiche del Barolo.
“Si è puntato tutto sulla qualità senza compromessi, e oggi il risultato è questo grande riconoscimento, in Italia ma soprattutto all’estero”, ha dichiarato Ceretto al Corriere della Sera.
A pochi passi da Alba, nella tenuta Monsordo Bernardina, vi è l’azienda Ceretto, nome legato ad un prodotto amato in tutto il mondo, il Langhe Arneis Blangé. “Cominciammo nel 1985, con cinque ettari, che allora erano l’80% dell’intero territorio vocato all’Arneis” – dice Ceretto – “Oggi questo vino vale il 50% della nostra produzione, con 500 mila bottiglie l’anno”.
Ma non solo vino, l’idea è quella di focalizzarsi sulle eccellenze del territorio, come le nocciole, in collaborazione con l’azienda dolciaria Relanghe, o la ristorazione, in società assieme allo chef Enrico Crippa.
Progetti che si intersecano con le attività culturali e l’arte contemporanea, con David Tremlett e Sol LeWitt coinvolti nel restauro della “Cappella del Barolo”, di proprietà della famiglia, oggi tappa fissa delle visite nelle Langhe.
Tanti investimenti fatti, altri sono in programma: “Con le nostre attività abbiamo voluto costruire una presenza tentacolare, per far crescere un ecosistema di cui possa beneficiare tutto il distretto, e che ora sostenga la ripresa”.