Il settore più colpito dalla pandemia di Covid-19 è senz’altro il turismo. Nel 2021 si sono registrati almeno 60 milioni di arrivi e 120 milioni di presenze in meno rispetto al 2019 e 13 milioni in meno di viaggi degli italiani all’estero e durante le festività natalizie non c’è stato il flusso di turisti sperato, complici le misure restrittive del governo e l’impennata dei contagi.
La crisi, tuttavia, non sembra placarsi: “Sono stati annullati fino a ottobre tutti i gruppi turistici provenienti da Giappone, Cina, Corea e India già prenotati”, rileva Francesco Gatti, presidente di AssoHotel Roma. Un 2022 che si prospetta ancora difficile per gli operatori del settore, un comparto, scrive il Corriere della Sera, che rappresenta oltre il 30% del flusso turistico della Capitale.
Male anche le previsioni dei “flussi turistici provenienti dagli Stati Uniti e dal Nord America”, prosegue Gatti, che “per tutto il 2022 sono ridotti del 60% rispetto al 2021”.
“Dal sud Est asiatico i viaggiatori in arrivo sono pari a zero da mesi”, dice Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi“. Il problema principale è rappresentato dai vaccini come Sputnik che non sono validi in Europa, così come “il green pass rafforzato obbligatorio negli alberghi” e “l’introduzione del tampone negativo dall’estero”, aggiunge Roscioli, che fa un confronto con la Spagna, paese che non ha adottato questa misura: “Sui maggiori portali di prenotazioni risulta che a Madrid hanno tre volte le prenotazioni di Roma”.