Sempre più italiani decidono di “sacrificare” il budget destinato alla cura della salute. Una scelta che coinvolge il 56,2% dei cittadini, secondo una proiezione del Cerved. Problemi economici, anche a causa della pandemia di Covid-19, indisponibilità del servizio o inadeguatezza dell’offerta sanitaria le ragioni, scrive Libero, alla base di un quadro così drammatico.
Per gli esperti del Cerved “il cambiamento delle strutture familiari e degli stili di vita” ha cambiato la gerarchia dei bisogni, definendone di nuovi. Non è un caso se oggi ben il 32,2% dei nuclei familiari è formato da un solo componente. Ne consegue che l’invecchiamento progressivo della popolazione, che ci piazza al secondo posto della classifica mondiale di anzianità in proporzione alla popolazione, ha fatto in modo che la spesa cresca soprattutto nei comparti della terza età.
Ma è il divario fra la crescita della domanda e l’adeguatezza dell’offerta la vera novità del Bilancio Cerved, poiché l’attività ordinaria di diagnosi e cura è passata in secondo piano a causa del Covid.
“Siamo molto preoccupati per il blocco dell’attività chirurgica programmata determinato dalla nuova ondata pandemica causata dalla variante Omicron”. Una paralisi che “rischia di provocare gravi danni ai nostri pazienti, che sono circa 11 milioni in Italia”. È l’appello della federazione degli oncologi, cardiologi ed ematologi (Foce).