È un fenomeno che coinvolge giovanissimi e meno giovani: trattasi della sindrome da “ritiro”, una sorta di fuga, di stato di apatia, come spiega il Corriere della Sera, che nasce dall’esigenza di prendere congedo da sé come risposta alla fatica di essere se stessi.
La sindrome ha accentuato i suoi effetti a causa della pandemia di Covid-19. In molte scuole si segnalano casi di ragazzi che non frequentano più le lezioni e genitori che si lamentano di figli che non escono più di casa. Un problema che riguarda anche i ragazzi più grandi che non lavorano e non studiano perché intrappolati in un vuoto da cui non riescono ad uscire, oppure decidono di abbandonare il proprio lavoro perché non riescono più a trovare motivazioni per andare avanti.
Le ragioni sono presto spiegate in una società che i giovani avvertono fortemente competitiva, nel quale bisogna sempre essere all’altezza in tutti gli aspetti della vita. Il senso di inadeguatezza provoca così ansia e porta all’autoisolamento.
A ciò si aggiunge il ruolo del digitale, che contribuisce a creare un mondo parallelo in cui immergersi e trovare rifugio.
