Almeno il 20% degli stranieri irregolari lavora al Sud come bracciante al nero. Un dato che emerge se si analizzano vari rapporti annuali. In due anni sono approdati in Italia circa 100mila immigrati clandestini. Di questi 2.231 sono stati rimandati al Paese di provenienza da inizio anno al 15 novembre scorso, ovvero solo il 49,7% dei migranti trattenuti nei centri di rimpatrio (4.489).
La maggior parte di chi resta e richiede asilo, spiega Il Giornale, viene ospitata in uno dei 5mila centri di accoglienza presenti sul territorio nazionale, mantenuti dallo Stato italiano per il tempo necessario “per le procedure di accertamento dei relativi requisiti, diversamente, vengono trattenuti in vista dell’espulsione”. Espulsione che non avviene quasi mai.
Una volta ottenuta o meno la protezione internazionale, c’è chi cerca lavoro. Di questi moltissimi migranti irregolari vengono sfruttati dai caporali a fronte di un guadagno di non più di 5 euro all’ora per raccogliere frutta o verdura. Un sistema criminale che porta solo degrado e che sarà destinato a peggiorare se non si riuscirà a porre un freno all’immigrazione clandestina.