Tra gli invitati al “Summit for Democracy”, che si terrà in forma virtuale il 9 e 10 dicembre, non compaiono i nomi di Cina e Russia. La scelta di Joe Biden ha generato non poche polemiche da parte di Pechino, più volte accusata dall’attuale amministrazione Usa di violare i diritti umani nella regione dello Xinjang, in Tibet e ad Hong Kong.
Poco importare la Cina non essere invitata per questioni di democrazia, convinta della superiorità del modello autocratico. A indignare Pechino è l’invito di Taiwan, che suona come un vero e proprio smacco: “La Cina si oppone fermamente all’invito degli Stati Uniti alle autorità di Taiwan a partecipare al Summit per la democrazia”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian, aggiungendo che Taiwan è “una parte inalienabile del territorio cinese”.
Anche la Turchia, pur alleata di Washington all’interno della Nato, non è tra i paesi partecipanti, così come non sono stati invitati tradizionali alleati arabi degli Stati Uniti quali Egitto, Arabia Saudita, Giordania, Qatar ed Emirati Arabi Uniti.