“Contro il Covid dobbiamo giocare d’anticipo, per questo in Israele abbiamo deciso di vaccinare anche i bambini tra i cinque e gli undici anni, e presto valuteremo l’estensione agli under cinque”. Parla così Arnon Shahar, responsabile del piano vaccinale di Israele (intervista integrale su Il Foglio). “Sicuramente ha contribuito il nostro essere pratici e digitali. L’Italia sta facendo bene, è un modello in Europa e noi siamo lieti di poter fornire consigli e assistenza per agire in anticipo contro la quarta ondata che divampa in tutto il continente”.
Israele ha somministrato il cosiddetto “booster” a quattro milioni di cittadini, oltre il 40% della popolazione. Qui invece c’è ancora tanta diffidenza e il rischio di miocardite ha alimentato obiezioni anche autorevoli di chi era già recalcitrante alla prima dose: “Alcuni casi di miocardite si sono verificati, è vero, ma tale rischio è di gran lunga superiore nei giovani malati di Covid. Lo scetticismo delle persone va superato guardando ai fatti”, dice il capo della task force anti-Covid del Maccabi Healthcare Services.
Sulla possibilità che la tecnologia dell’Rna messaggero, alla base dei vaccini Pfizer e Moderna, avrà delle ripercussioni positive nella lotta contro il cancro, Arnon Shahar non ha dubbi: “Grazie all’Rna messaggero potremo compiere enormi passi avanti nella lotta contro il tumore. Per la medicina è una frontiera importantissima, per l’umanità un cambiamento epocale”.