Internazionale

Cop26, Niall Ferguson: “Scontro su clima parte di Seconda Guerra Fredda”

Lo storico scozzese Niall Ferguson vede nelle discussioni sul climate change un possibile scenario di guerra. “Dal 2003, anno in cui è nata Greta Thunberg, la Cina è stata responsabile di due terzi dell’aumento di emissioni di Co2 nel mondo e del 93% di quello di consumo di carbone”, ma “le speranze che questo summit possa cambiare le cose sono minime. Il lavoro virtuoso di europei e americani non basterà”, dice Ferguson a proposito della Cop26 di Glasgow, in un’intervista a Repubblica.

Il clima è parte integrante della Seconda Guerra fredda, che è già in atto”. “Gli Stati Uniti si stavano già scontrando con Pechino” su tante questioni, dice lo storico, e ora “c’è anche il clima”. Una Guerra Fredda che “gli americani”, continua Niall Ferguson, hanno iniziato “nel 2018”, mentre “Xi Jinping ancora prima”. Una situazione che danneggerebbe l’Europa, che ha il problema di non sviluppare “riserve di gas” e rinunciare “al nucleare, Francia a parte”. E che la porterà ad essere sempre più “dipendente dalla Russia”.

Mosca, difatti, potrebbe beneficiare dei dissidi tra le due potenze, anche per. Oltre a essere sempre più anziana ed esposta alle enormi migrazioni che potrebbe scatenare il climate change, l’Europa è vulnerabile anche per limiti tecnologici, con le sue economie rimaste al XX secolo”.

Redazione

 

 

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