La Cina è responsabile di oltre un quarto di tutte le emissioni di CO2 del Pianeta. Da sola ne produce il 27,9%, tante quante Giappone, Russia, India e Stati Uniti insieme, con decine di compagnie di Stato che inquinano più di intere metropoli e, addirittura, di interi paesi.
A rivelarlo è una lunga inchiesta di Bloomberg, riportata da Repubblica, che ha utilizzato le stime del Centre for Research on Energy and Clean Air, che a sua volta ha analizzato i dati pubblici delle compagnie in settori come quello automobilistico, dell’acciaio, petrolchimico e delle costruzioni.
La Cina sarà, dunque, sotto la lente d’ingrandimento alla Cop26 di Glasgow, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si aprirà domenica. Il governo cinese ha da poco pubblicato il nuovo “libro bianco” su come intende comportarsi per raggiungere la neutralità carbonica nel 2060 dopo il picco di emissioni entro il 2030, e ha presentato ufficialmente i propri impegni alle Nazioni Unite.
Gli analisti non sono, tuttavia, convinti della fattibilità degli obiettivi, poiché Pechino ha presentato sì i propri impegni, ma senza spiegare come si muoverà in questo decennio: “Il Paese sembra riluttante ad abbracciare obiettivi più forti a breve termine e ha perso opportunità di dimostrare la propria ambizione”, ha commentato su Twitter Li Shuo, di Greenpeace East Asia, “Pechino deve elaborare piani più sostanziosi per garantire un picco di emissioni prima del 2025”.