“Vediamo chiaramente la luce in fondo al tunnel, ma con la pandemia dovremo convivere ancora a lungo”, ad affermarlo è Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto clinico Humanitas e presidente della Fondazione Humanitas per la Ricerca.
“In Africa solo 4 persone su 100 hanno ricevuto il ciclo completo della vaccinazione. In Italia siamo all’80%. C’è molta preoccupazione per i Paesi a basso reddito, perché non basta far arrivare le dosi, servono anche le strutture e le competenze per poterle somministrare”, spiega in una intervista al Corriere della Sera.
Per l’esperto fondamentale resta la vaccinazione: “Vaccinare tutta la popolazione, inclusi i guariti, dai 12 anni in su, individuare i positivi con l’attività di testing e tracciare i contatti. Ma non basta: se il vaccino è la patente e i tamponi sono la cintura di sicurezza, serve comunque un guidatore prudente. Questo significa, fuor di metafora, rispettare le norme di prevenzione nei luoghi chiusi, a partire dall’uso della mascherina”.
Sulla possibile pillola anti-Covid, il direttore scientifico spiega: “Tutti speriamo di avere a disposizione un giorno farmaci attivi come quelli anti-Hiv. Per ora sappiamo che il medicinale prodotto da Merck, molnupiravir (non ancora approvato dalle agenzie regolatorie), è efficace al 50% contro ricoveri e decessi. Se confermato, sarebbe un dato entusiasmante. Il farmaco, che agisce mandando in tilt il programma genetico del virus, però ha fallito nelle fasi avanzate: la stessa azienda ha affermato che va somministrato in presenza di conclamata positività ed entro 5 giorni dall’inizio dei sintomi”.