Non si fermano le donne afghane che anche ieri si sono ritrovate in piazza a Kabul, davanti al ministero per la Tutela delle donne, che con i talebani è diventato il “Ministero per la promozione della virtù e la repressione del vizio”. Erano in venti attiviste delle Rete dei movimenti femminili. Nel giro di dieci minuti sono state cacciate dai talebani muniti di fucili, così come avviene in tutte le loro manifestazioni.
Come racconta Repubblica, ieri il nuovo sindaco ad interim Molavi Hamdullah Nomani ha dichiarato ai giornalisti che i talebani “hanno ritenuto necessario impedire alle donne di lavorare per un po’”. A lavorare saranno solo gli uomini, mentre lavoreranno solo le donne “necessarie, o in posizioni che gli uomini non possono ricoprire o che non sono per gli uomini”.
Inoltre, il ministro dell’Informazione, il mullah Khairullah Khairkhah, ha esortato i media a pubblicare contenuti che ispirino “il bene di questo mondo e dell’aldilà”. Da quando i talebani hanno preso il controllo, la censura è aumentata, portando alla chiusura di 153 media locali e di diversi programmi tv.