Neha era una ragazza indiana di diciassette anni, la cui giovane vita è stata stroncata dai suoi familiari per un paio di jeans. Amava vestirsi in modo moderno, con jeans e top e lo aveva fatto anche la scorsa settimana quando aveva osservato un giorno di digiuno e si era messa a pregare, sempre con quei pantaloni considerati troppo moderni, dopo che i nonni paterni l’avevano ripresa.
Quei nonni che già in passato avevano fatto pressioni affinché continuare gli studi in una scuola locale e affinché indossasse sempre i costumi tradizionali.
Quando però la settimana scorsa i nonni l’hanno ripresa, lei si è ribellata e ha detto loro che non avrebbe seguito le loro regole e la situazione è degenerata: i parenti l’hanno picchiata con dei bastoni fino a che perdesse conoscenza. Come racconta il Corriere della Sera, la madre ha raccontato alla Bbc che i suoceri hanno chiamato un taxi e hanno assicurato che sarebbe stata trasferita in ospedale. Ma in ospedale Neha non ci è mai arrivata e il suo corpo è stato trovato appeso sul ponte che passa sopra il fiume Gandak. La polizia ha arrestato quattro persone: i nonni, uno zio e l’autista dell’auto, ma altri parenti potrebbero essere coinvolti.
Non si tratta del primo caso di violenza domestica, ormai troppo frequente in India, dove ci sono ancora forti leggi patriarcali. Spesso le ragazze rischiano di essere abortite per preferenza dei figli maschi. Ogni 15 minuti viene denunciato uno stupro e in media 20 donne sono uccise ogni giorni per aver portato doti insufficienti.
