La ripresa del mercato del vino italiano tornerà ai livelli pre-Covid solamente nel 2022, quando si tornerà a 13 milioni di euro di valore alla produzione. Nel 2020, a causa delle varie restrizioni, vi è stato un calo del 15%.
L’export sarà trainato, come succede ormai da anni, dalle bollicine, ma anche dal vino rosé, in crescita. Come racconta il Sole 24 Ore, è quanto emerso nel corso del Forum nazionale vitivinicolo organizzato a Roma dalla Cia-Agricoltori italiani e dall’Unione italiana vini. Le bollicine già rappresentano quasi un quarto delle esportazioni vinicole nazionali, con un valore di 2 miliardi, di cui il 70% è generato dal Processo. Per il 2024 è attesto un incremento della produzione di bottiglie di spumanti del 30%.
Il trend nuovo è quello dei vini rosati, che solo nel 2020 ha visto la vendita di 120 milioni di bottiglie per un valore di 450 milioni di euro. L’Italia risente comunque del gap con la Francia. Se si guarda al mercato statunitense, i rosé d’Oltralpe hanno avuto un incremento del 1.500% per 290 milioni di dollari l’anno, mentre quelli italiani esportati negli Usa hanno un valore complessivo di 32 milioni di dollari.