Un calo delle presenze del 53% rispetto al 2019, è la previsione di Federturismo Confindustria per quest’estate. Un leggero avanzamento rispetto alla flessione dell’anno precedente, ma comunque una estate in calo. A pesare è la mancanza di turisti stranieri, con i voli dall’America “aperti troppo tardi” secondo molti imprenditori, e il clima di incertezza che porta a numerose prenotazioni last minute.
“Il settore del turismo nel 2020 è stato il più colpito dall’emergenza sanitaria con un calo del 60% dei visitatori rispetto al 2019: circa 70 milioni di ospiti in meno per una perdita complessiva di 95 miliardi. Secondo le previsioni nella migliore delle ipotesi il 2021 si chiuderà con un -53% di presenze”, ha affermato Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria, in occasione della presentazione dei dati.
Ciò che manca è la clientela high spending: “Nei casi migliori in questo segmento si arriva a un tasso d’occupazione del 25% contro l’80% del 2019”, afferma al Sole 24 Ore Bernabò Bocca, presidente Federalberghi, a proposito dell’afflusso negli hotel a 4 e 5 stelle.
Inoltre, come spiega il Sole 24 Ore, secondo un report Enit e Human Company, società leader nell’ospitalità open air forte di 9 camping village per un totale di circa 42mila posti letto, questa estate la metà degli italiani ha programmato una vacanza per più di 7 giorni. Un quarto di questi si recherà in strutture outdoor, tra villaggi, agriturismi e rifugi montani.
L’80% degli italiani che partiranno, rimarrà nel Belpaese, affollando principalmente Sicilia, Sardegna e Liguria. Il 20% si recherà in montagna e il resto nelle città d’arte.