Anche l’Europa pensa ad una moneta digitale, dopo che la Cina sta già sperimentando lo yuan digitale in alcune città, i Paesi caraibici ne hanno lanciato una loro versione, e Fed e Bank of England sono a una riflessione preliminare. La Bce mira all’“autonomia strategica” perché “non possiamo accettare il rischio che altre monete digitali si affermino nell’area euro”.
Come racconta Repubblica, si aprono ora due anni di indagine per la progettazione e distribuzione della moneta digitale, che non andrebbe a sostituire il contante, ma ad affiancarlo. La volontà è di sfruttare i benefici del pagamento digitale (comodità, rapidità ed efficienza delle transazioni) e unirli a quelli del contante (zero costi, accettato ovunque).
Per Fabio Panetta, membro del board Bce, l’euro digitale, avendo alle spalle una banca centrale, sarebbe privo di rischio e “tutelerebbe la privacy dei cittadini, proteggendola dallo sfruttamento delle informazioni a fini di lucro e da intrusioni ingiustificate”.
Inoltre, strizzando l’occhio agli obiettivi climatici europei, la criptovaluta europea non richiederebbe infrastrutture con alto consumo di energia, al contrario del Bitcoin che assorbe quanto la Grecia o il Portogallo.
