Al 2030 l’Europa mira a raddoppiare dal 10 al 20% la sua produzione mondiale di microchip per affermare così la sua sovranità digitale e svincolarsi da Usa e Cina. La crisi nata con la pandemia e la carenza di semiconduttori visto il boom di richieste di device elettronici, hanno provocato non pochi problemi all’industria che in alcuni casi si è dovuta addirittura fermare.
Come racconta La Stampa, i grandi produttori di auto, francesi, tedeschi e italiani, hanno dovuto bloccare la produzione delle fabbriche, ma a soffrire della mancanza di chip anche i produttori di elettrodomestici e apparecchi elettronici.
L’Europa non è autosufficiente e per questo Bruxelles prevede di creare otto poli produttivi sparsi sui territori dei 27, tra cui uno in Italia. Il piano è affidato al commissario europeo al Mercato interno Thierry Breton, che proprio ieri ha incontrato il premier Draghi.
Oltre ai fondi del Recovery, ci sono i 140 miliardi euro stanziati dal “Digital Compass”. L’Italia ha poi varato un fondo da 1,7 miliardi destinato alle imprese che investono in ricerca, sviluppo e innovazione nell’ambito di “Importanti progetti di comune interesse europeo”.