Raduan Lafsahi, un uomo marocchino di 35 anni, già detenuto nel carcere di Paola, in Calabria, è accusato di associazione terroristica e una di istigazione a delinquere con finalità di terrorismo.
Nei vari istituti penitenziari nei quali finiva per reati minori, come spaccio di droga o rapine, incitava i compagni alla conversione radicale: “Vi faccio vedere io come reagisce un musulmano, io sono un musulmano e odio tutti i cristiani”, o ancora, “Io appartengo alla famiglia dell’Isis”, alcune delle frasi che ripeteva, come racconta La Verità. Gli italiani “sono dei maiali” e li avrebbe “uccisi tutti tagliandogli la gola, cavandogli gli occhi e facendo la guerra”.
Il gip del Tribunale di Milano, Daniela Cardamone, lo ha descritto come un uomo “capace col suo carisma di impartire ordini e incitare a comportamenti destabilizzanti gli altri detenuti”. I pm lo descrivono come “un violento fanatico”.