“Sì con il ddl Zan, esiste il pericolo che le opinioni vengano sottoposte ad uno scrutinio giudiziario”, lo dichiara Lucetta Scaraffia, storica, professoressa e membro del Comitato nazionale di bioetica. “Secondo me è un problema. Soprattutto se poi vengono puniti quelli che non condividono quest’ideologia. Perché, semmai, è proprio la libertà di pensiero ed espressione a costituire la base di tutti i diritti”.
“Nell’articolo 4 del ddl Zan, c’è una clausola che ribadisce la punibilità delle opinioni che integrerebbero il “concreto pericolo” che si compiano discriminazioni o violenze. Decidere cos’è che incita alla violenza e cosa no rimane una prerogativa del magistrato. E questo è molto pericoloso”, afferma Scaraffia in un’intervista a La Verità.
“Ho un’idea antica: penso che ai bambini si debba insegnare il rispetto dell’altro in generale: di ogni persona, di ogni essere umano. Qualcuno è convinto che si debba insegnare il rispetto per categorie: i disabili, gli omosessuali… Alcune categorie sono protette e vanno rispettate. E gli altri? La trovo un’idea profondamente sbagliata. E ho la sensazione che siano elaborazioni teoriche che nella realtà della vita non hanno alcuna presa. Sono posizioni ideologiche a cui nessuno presta veramente attenzione”.
La nota del Vaticano è stato un atto legittimo secondo Scaraffia, che dichiara: “Era una nota di tipo giuridico e diplomatico. E aveva a che fare solo ed esclusivamente con il rapporto tra due Stati. Qualcuno, invece, l’ha erroneamente scambiata per una nota di tipo morale”.
Per Lucetta Scaraffia bisognerebbe lasciare ad ognuno la libera scelta di chi vuole essere: “Basterebbe lasciare ogni persona libera di scegliere il comportamento sessuale che preferisce, senza che questo debba avere a che vedere con la sua identità sessuale. Al netto di quei casi patologici di confusione dell’identità sessuale, che sono rarissimi”.
