“Dalla Guerra Fredda siamo passati alla “guerra ibrida””, parla così il presidente di Leonardo Luciano Carta a proposito dei numerosi attacchi hacker che oggigiorno sono una minaccia consistente alla sicurezza nazionale. “Se infatti nel sistema bipolare Usa-Urss i rapporti di forza e gli equilibri erano misurati dal numero delle testate nucleari, oggi dobbiamo fare i conti con un nuovo concetto di “hybrid warfare” che supera l’ambito puramente militare e che combina la manipolazione dell’informazione con la guerra economica e con quella informatica”.
Se la minaccia non è scoperta per tempo, i cyber criminali riescono ad agire nell’ombra cancellando anche le loro tracce: “Le minacce che incombono in questa dimensione hanno caratteristiche che le rendono uniche: un gruppo di attacco che agisce in un Paese ed effettua operazioni cyber criminali in un altro, può rimanere nell’ombra per tempi sufficienti ad occultare le proprie tracce e terminare con calma le operazioni criminali”, spiega in una intervista a Repubblica il generale Carta, già direttore dell’Aise, il servizio segreto estero.
Il rischio è che gli hacker possano attaccare le infrastrutture che si occupano di servizi fondamentali per il cittadino, come banche, trasporti, sanità, e per questo serve una risposta tempestiva: “Gli hacker fanno amicizia in fretta, mentre i governi necessitano di tempo per accordarsi. Un accordo internazionale per la lotta al cybercrime, di cui sentiamo tutti la necessità, deve avere caratteristiche nuove: essere molto flessibile e il suo processo di revisione e di affinamento deve essere altrettanto veloce. I tradizionali strumenti di cooperazione giudiziaria sono lenti e per questo non sempre adeguati. Va ripensato non soltanto il quadro normativo ma anche il modello operativo: la capacità di intervento in tempi rapidi è determinante”.
Proprio su questo fronte Leonardo, la più grande azienda tecnologica nazionale, offre diversi servizi: “Leonardo fornisce sistemi per la sicurezza cyber a enti pubblici e privati che offrono servizi essenziali alla comunità: pubblica amministrazione, difesa, infrastrutture critiche nazionali e industrie strategiche. A livello internazionale, dal 2012 collaboriamo con la NCI, Nato Communication and Information Agency, e garantiamo la sicurezza delle informazioni e delle comunicazioni a circa 75 siti, tra cui il quartiere generale dell’Alleanza, in 29 Paesi”.
La minaccia di cyber attacchi è costante: “Il nostro Paese ha subìto — e subisce — attacchi hacker quotidiani nei settori dell’industria e della pubblica amministrazione. E non esistono perimetri impenetrabili: persino i sistemi informatici del Pentagono sono stati violati! Se il sistema sicuro per eccellenza è un’utopia, invece è necessario rendere più complesso, e dunque più costoso, un potenziale attacco hacker: creare i modi per rendere la vita difficile ai sabotatori digitali”, spiega il generale Carta.