Attualità e politica

Cannizzaro: “Le idee, anche se sbagliate, non vanno combattute col codice penale”

“Non c’è nulla da scandalizzarsi”, commenta così il giurista Enzo Cannizzaro la nota verbale della Chiesa contro il Ddl Zan. “La nota verbale è un atto diplomatico utilizzato continuamente dagli Stati. Se la Santa Sede ha ritenuto violato l’accordo con l’Italia del 1984, ha esercitato un suo diritto”.

Dal punto di vista procedurale, dunque, al Corriere della Sera Cannizzaro spiega che non vi sono stati passaggi sbagliati: “Non è un’interferenza, non dal punto di vista procedurale. Richiama l’attenzione dello Stato italiano su quei punti che ritiene in contrasto con la libertà del magistero riconosciuta dall’articolo 2 dell’accordo. Non l’ho letta, ma secondo gli stralci riportati, l’obbligo delle scuole, incluse quelle private, di promuovere la non discriminazione tra generi”.

“Il ddl zan criminalizza la commissione e l’istigazione di atti discriminatori per motivi fondati sull’identità di genere. Non è chiaro se essa criminalizzi anche la propaganda di idee fondate sulla discriminazione di genere. Si potrebbe oltrepassare il filo sottile che separa libertà di opinione e propaganda. Come faccio ad esercitare la libertà di opinione se non posso esprimerla? Una cosa è criminalizzare l’istigazione alla discriminazione, altro è la propaganda. Le idee, anche se sbagliate, persino il negazionismo, non vanno combattute col codice penale”, afferma Cannizzaro nell’intervista al Corriere della Sera.

Sebbene all’articolo 4 del ddl Zan sia specificata la libertà di opinione, secondo Cannizzaro questo aspetto deve essere ulteriormente chiarito: “Ritengo che vada ulteriormente chiarito per eliminare qualsiasi dubbio interpretativo. Altrimenti, l’omelia domenicale di un sacerdote che si esprima a favore del matrimonio fondato sulla diversità di genere potrebbe essere inteso come violazione della legge. Ritengo che la libertà di espressione del pensiero vada garantita a qualsiasi costo”.

Sul tema controverso della laicità dello stato, il giurista spiega: “La laicità dello Stato impone di evitare discriminazioni di qualsiasi genere; impone di criminalizzare chi le compie e chi incita a compierle. Ma bisogna fermarsi lì. Consiste anche nell’astenersi dall’imporre una ideologia a preferenza di un’altra, per quanto giusta essa possa sembrare”.

Redazione

 

 

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