“Ci ricevono, ci prospettano soluzioni, ma la verità è che non abbiamo né una data né regole chiare di comportamento”, è il grido di protesta dei gestori delle discoteche e dei locali notturni che non hanno ancora ricevuto disposizione per la loro riapertura.
Si è tenuto il vertice con il ministro della Salute Speranza e il Cts. A quest’ultimo spetta l’esame delle regole per ripartire, di cui al momento non si ha ancora notizia. Il timore dei gestori è che il green pass non sia sufficiente e che vengano richiesti altri dispositivi di sicurezza, come la mascherina. “Disposizioni che ci condannerebbero a non riaprire”, tuona al Corriere della Sera Pierpaolo Paradiso, gestore del Praja di Gallipoli. “Ma imporre di ballare con la mascherina oltre che fisicamente impossibile porrebbe anche un problema di controllo. Chi dovrebbe verificare che nessuno se la abbassi o se la tolga? Noi gestori dovrebbe sanzionare?”, continua Paradiso.
Ancora, Enrico Galli, proprietario del Cocoricò di Riccione e dell’Altro mondo studios di Rimini, afferma al Corriere della Sera: “Le nostre sono le uniche attività ancora ferme per decreto. Ma noi lavoriamo con artisti internazionali che quando il governo avrà preso le sue decisioni, saranno già stati reclutati dai locali del resto d’Europa. Non possiamo improvvisare”.