Una delle nuove mete ambite per le vacanze sono i conventi: sveglia presto, meditazione, messa, rosario, orto. Sono soprattutto neolaureati e 40enni, generalmente già orientati verso la fede, ma non necessariamente, a ricercare questo tipo di vacanza: una vita abitudinaria, regolare e rilassante.
Come racconta Repubblica, molti sono spinti dalla necessità di staccare dall’iperconnettività a cui ci ha abituato la pandemia, tra smart working e dad. Le persone vogliono lasciarsi alle spalle, almeno per qualche giorno, una convivenza troppo affollata o vogliono un periodo di relax per rimettersi dopo la malattia.
L’associazione no profit “Ospitalità religiosa italiana”, con il patrocinio dell’Ufficio nazionale CEI per la Pastorale del tempo libero, Turismo e Sport, ha riunito su una piattaforma tutti i conventi e monasteri che sono disponibili ad accogliere fino a quattro “turisti”.
“L’iniziativa si chiama “Faccio un salto in convento”. I guadagni saranno reinvestiti nella manutenzione dei luoghi e in attività benefiche. Ma l’obiettivo non è attrarre persone per farne suore o frati anche se non è escluso che qualcuno voglia poi intraprendere questo percorso. L’importante è l’ascolto, l’incontro, lo scambio di esperienze mantenendo due regole fondamentali: il rispetto reciproco e la partecipazione”, spiega Fabio Rocchi, presidente dell’associazione.