La gestione degli sbarchi deve essere “equilibrata, umana efficace”, così il premier Draghi ha portato ieri il tema dell’immigrazione sul tavolo del Consiglio europeo.
Draghi ha sottolineato l’esigenza di “un sottoinsieme di Paesi che si aiutino fra loro”: servono paesi che prendano l’impegno, e lo mantengano, di ricollocare un certo numero di richiedenti asilo.
Come racconta La Stampa, il primo leader con cui si è confrontato il premier italiano è stato il presidente Macron, che anni fa ha respinto gli arrivi a Ventimiglia, e che si giocherà l’anno prossimo la riconferma all’Eliseo. Il leader francese ha dichiarato: “Mentiremmo a noi stessi se dicessimo che risolveremo la questione nella sua totalità. L’Unione può mettere in atto soluzioni pratiche in materia di relazione con i Paesi di origine o transito”.
Si tratta della strategia che l’Italia sta definendo con la Tunisia: aiuti, investimenti e quote regolari di immigrazione in cambio di maggior controllo sui confini.
Draghi ha ottenuto che il tema venga affrontato nel tavolo del 25 giugno ed è ben consapevole che “almeno per un mese l’Italia dovrà fare da sola”.
Intanto la commissaria Ylva Johannson ha anticipato “un meccanismo di solidarietà ad hoc per l’Italia, che si basa sui casi di ricerca e soccorso: ogni anno dovremmo stabilire insieme quali saranno i numeri da gestire nel corso dell’anno successivo”.