Sono ottomila i migranti che hanno aggirato le barriere di Ceuta, enclave spagnola che si trova sulla sponda africana del Mediterraneo. La Spagna ha costruito muri alti 20 metri, con filo spinato, e allestito barriere subacquee e, solitamente, complice la polizia marocchina, si evitano infiltrazioni nel territorio. Eppure negli ultimi due giorni migliaia di migranti sono arrivati dal Mali, dal Niger, dal Senegal e tantissimi dal Marocco. La maggior parte ha aggirato le protezioni a nuoto o con imbarcazioni di fortuna, altri scavalcando le reti che dividono il Marocco dalla città spagnola. Tra le persone che sono riuscite a infiltrarsi ci sono anche 1.500 minori.
Il governo spagnolo ha inviato rinforzi con truppe che hanno perlustrato tutte le spiagge per scoraggiare l’arrivo di migranti, usando in alcuni casi anche candelotti lacrimogeni.
Il premier Pedro Sánchez ha annullato il viaggio a Parigi e si è recato a Ceuta parlando al Paese: “Voglio comunicare agli spagnoli, specialmente a quelli che vivono a Ceuta e Melilla, che ristabiliremo l’ordine con la massima celerità. Saremo fermi di fronte a qualsiasi sfida. L’integrità di Ceuta come parte della nazione spagnola sarà garantita dal governo con tutti i mezzi disponibili”.
Molti sono abitanti della città confinante che con la chiusura dei valichi a causa della pandemia, hanno perso il lavoro. Molti sono stati respinti in virtù degli accordi tra il governo spagnolo e quello marocchino. Un centinaio è riuscito ad entrare a Ceuta, mentre la maggior parte è stata fermata sulla spiaggia e, come ha dichiarato il ministro per l’Inclusione, la sicurezza sociale e la migrazione, Josè Luis Escrivá, i rimpatri procedono “a un ritmo significativo”.
Gli arrivi di questi ore sono dovuti ad una crisi diplomatica tra Marocco e Spagna, dovuta alla presenza in un ospedale spagnolo di Brahim Ghali, il leader del Fronte Polisario per l’indipendenza del Sahara Occidentale, considerato nemico del paese africano.