7 anni e 11 mesi di reclusione, questa la richiesta del pm Michele Permunian per l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, oggi candidato alle Regionali in Calabria con Luigi De Magistris. L’accusa è reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e truffa.
Come racconta Il Giornale, secondo il pm, l’ex sindaco ha commesso “un numero indeterminato di delitti contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica e il patrimonio, così orientando l’esercizio della funzione pubblica del ministero dell’Interno e della prefettura di Reggio Calabria, preposti alla gestione dell’accoglienza dei rifugiati nell’ambito dei progetti Sprar, Cas e Msna e per l’affidamento dei servizi da espletare nell’ambito del Comune di Riace”.
Nel processo Xenia sono ventisette gli imputati: per quattro è stata chiesta l’assoluzione mentre per gli altri ventidue la condanna.
“Si comprende che Lucano è il decisore, colui che opera le assunzioni nelle associazioni, che fa lavorare i riacesi e tieni in piedi un sistema di welfare. Non può allontanare i migranti per un’immagine pubblica che ormai si è creato e, soprattutto, perché deve tenere in piedi sistema che fa lavorare tutti i riacesi i quali stanno zitti. Emerge che è Lucano a “fare e disfare” le associazioni a seconda della vicinanza ideologico politica. Quando si creano degli attriti costituisce una nuova associazione in cui riversa i migranti di quella che decide di chiudere”, ha dichiarato il procuratore.
Tra le richieste della Procura anche 4 anni e 4 mesi di reclusione per la compagna di Lucano, Lemlem Tesfahu, 7 anni e 5 mesi per l’imputato Fernando Antonio Capone, 4 anni e 10 mesi per Cosimina Ierinò.