L’Unione Europea agisce ora in accordo con la nuova amministrazione Biden che, come detto dal segretario di Stato Blinken “non può permettersi il lusso di non fare fronte a Pechino”. Proprio su questa strada si muove la nuova norma allo studio della Commissaria alla concorrenza, Margrethe Vestager.
Si tratta di una nuova regola in difesa delle imprese europee che subiscono le aziende cinesi finanziate dal Dragone: i soggetti che ricevono sussidi pubblici da paesi terzi subiranno delle limitazioni nelle loro operazioni di shopping, fusioni e nelle partecipazioni ad appalti o bandi di gara. Si tratta, dunque, di un’estensione del principio comunitario che vieta gli aiuti di Stato alle imprese.
Come racconta Repubblica, tutte le grandi società (con 500 milioni di fatturato) con sede nell’Ue che hanno ricevuto sovvenzioni estere o sono state agevolate, dovranno notificare alla Commissione gli aiuti ricevuti nei tre anni precedenti. In quel momento da parte della Commissione scatterà un’indagine al fine di evitare che quei soggetti siano avvantaggiati nei bandi di gare.
Se dalle indagini emerge un contributo pubblico sospetto, scattano le sanzioni. Nel caso in cui il singolo soggetto non rende conto alla Commissione degli aiuti ricevuti, Bruxelles potrà aprire un’indagine con le medesime sanzioni.
La nuova regola vuole porre un freno all’espansionismo cinese, mentre Bruxelles ha accantonato al momento l’accordo con la Cina sulla reciprocità degli investimenti dopo le ultime sanzioni imposte da Pechino alle istituzioni Ue.