Il prossimo lunedì il premier Draghi, insieme con il ministro Cingolani, presenterà il Recovery Plan da inviare all’Europa. Dei 221 miliardi che saranno erogati da Bruxelles, 69 sono per la transizione e l’efficienza energetica.
Come racconta Repubblica, già lo scorso 13 aprile si è svolto un incontro tra il premier, il capo del Mite e le cinque aziende protagoniste del settore: Stellantis, Enel, Snam, Terna ed Eni.
Una buona parte dei fondi sarà dedicata alla mobilità elettrica: il gruppo di John Elkann ha già messo a punto il piano di riqualificazione delle fabbriche italiane per la produzione di modelli ibridi ed elettrici. Anche Enel giocherà un ruolo importante con l’installazione entro il 2023 di 200mila punti di ricarica. Inoltre, tramite la tecnologia Vtg (vehicle-to-grid) i veicoli collegati alla rete potranno prelevare elettricità e cederla nel caso di un mancato utilizzo prolungato. Enel contribuirà poi alla messa in circolazione fino a 5.500 autobus a zero emissioni.
Eni, capitanata da Claudio Descalzi, ha stanziato 4 miliardi al 2024 per la transizione. Tra i progetti, vi è quello dell’impianto per la cattura della CO2 a Ravenna.
Snam sarà coinvolta sull’idrogeno che non sarà utilizzato nel settore trasporti, fatta eccezione per quello ferroviario, ma per ridurre le emissioni delle industrie energivore come le acciaierie. Il gruppo di Marco Alverà ha stanziato 7 miliardi al 2023, di cui la metà per l’efficienza dei metanodotti in modo che una quota di idrogeno crescente venga trasportata con il gas.
Terna potenzierà la rete ad alta tensione con un investimento di 9 miliardi al 2025.