Secondo quanto emerso nella settima edizione di “Osservatorio Second Hand Economy”, condotto da Bva Doxa per la piattaforma digitale di annunci Subito.it., tra i comportamenti sostenibili degli italiani, sale al terzo posto la compravendita di merce di “seconda mano”.
Come racconta Repubblica, il 54% degli italiani ha dichiarato di aver comprato o venduto nel 2020 oggetti di seconda mano, con un aumento del 5% rispetto al 2019. In tutto sono 23 milioni i cittadini che hanno scelto il second hand, di cui il 14% lo ha fatto per la prima volta. Nella quota ci sono il 66% dei laureati, il 65% della Generazione Z e il 63% delle famiglie con bambini piccoli.
Il valore complessivo delle compravendite è però diminuito, passando da 24 miliardi di euro del 2019 ai 23 miliardi del 2020, pari all’1,4% del Pil.
Anche in questo settore, cresce la vendita online: il 46% delle compravendite sono state realizzate online. Nel 47% dei casi il digitale è preferito perché è più veloce e nel 44% perché più comodo.
Tra gli acquisti, prediletti libri e riviste (30%), arredamento e casalinghi (29%), articoli legati all’informatica (27%). Tra le vendite, invece, mobili e prodotti per uso domestico (29%), abbigliamento e accessori (28%), telefonia (21%).
Tra le ragioni che spingono al commercio di seconda mano, vi è il desiderio di risparmiare (50%), il sostegno alla politica del riuso (47%) o al modello intelligente di economia (44%). Chi vende, lo fa per liberarsi di oggetti che non usa più (73%), per combattere gli sprechi (39%) o per avere una fonte di guadagno (34%).
Geograficamente parlando, è il Lazio la regione più virtuosa nelle compravendite di seconda mano: il valore generato è di 2,6 miliardi di euro nel 2020. Seguono la Campania e la Lombardia.