“La pandemia ha creato uno stress senza precedenti sui servizi di psichiatria, con un aumento enorme delle richieste di prestazioni volte a fronteggiare le conseguenze psichiatriche del Covid. Ma è più appropriato parlare di sindemia: un mix tra pericolo clinico e sociale fatto di malattia, di paura del contagio, della cosiddetta Covid fatigue, di lutti, di crisi socioeconomica. E dell’emersione di una profonda solitudine, soprattutto tra gli anziani”, a spiegarlo è Claudio Mencacci, copresidente della Società italiana di NeuroPsicoFarmacologia (Sinpf) e direttore del Dipartimento Neuroscienze e Salute mentale Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano.
Come spiega al Sole 24 Ore, quest’anno, a causa della pandemia, è stato registrato un incremento del 30% dei pazienti presi in cura presso i Dipartimenti di salute mentale (Dsm). Complessivamente la sindemia porterà con sé un milione di nuovi casi.
“Ad alto rischio sono soprattutto le donne, i giovani e gli anziani: le prime perché più predisposte alla depressione e più toccate dalle ripercussioni sociali e lavorative, i secondi che hanno visto modificarsi la vita di relazione e subiscono isolamento e perdita del lavoro, gli anziani perché più fragili davanti al virus, alla depressione e alla solitudine. Ma più in generale l’intera popolazione è scossa dall’incertezza che scombina l’attività principale del cervello: quella previsionale, basata sulle esperienze e sull’algoritmo che per vivere costruiamo nella nostra testa – spiega l’esperto al Sole 24 Ore – Poiché siamo animali sociali, abitudinari e programmati come specie a dare risposte molto capaci in emergenza, l’adattamento a questa situazione, prolungato a tempo indefinito, provoca uno svuotamento emotivo”.
Un altro problema messo in evidenza dal professore Mencacci è la poca preparazione del sistema sanitario italiano: nei Dsm mancano il 20% degli psichiatri, 1.500 psicologi, 1500 terapisti della riabilitazione psichiatrica e assistenti sociali e 5mila infermieri. “La salute mentale in Italia da oltre 20 anni è inchiodata a un budget del 3,6% del Fondo sanitario, poco più di 4 miliardi ma per far fronte alla spesa attuale ed emergente, incluse le dipendenze, quella percentuale dovrebbe crescere almeno al 6% con un aumento di tre miliardi. In ballo c’è la necessità di rimettere la psichiatria nelle condizioni di fronteggiare un sommerso di 4,5 milioni di italiani con disturbi non ancora intercettati dal sistema e prevenire il peggioramento del loro decorso clinico”.