Attualità e politica

Miozzo: “La preoccupazione più grande è la salute mentale di un’intera generazione”

“Riaprire tutte le scuole è un potenziale rischio, è vero, ma lo è anche continuare a tenerle chiuse ma invito tutti a riflettere su cosa vorrebbe dire lasciare i ragazzi in giro, da soli e senza controllo. Con le riaperture programmate nelle prossime settimane, non resteranno certo chiusi in casa e le aggregazioni extrascolastiche sono molto più pericolose”, lo dichiara Agostino Miozzo, già coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, ora consulente del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

Sul fronte dei trasporti, che non è stato ancora adeguato per il ritorno in classe di tutti gli studenti, Miozzo spiega in un’intervista a La Stampa: “Ne parliamo da aprile 2020, un anno è passato invano, in molte realtà senza il necessario potenziamento del servizio, in altre qualcosa è stato fatto. Di fronte a un deficit dei trasporti, l’unica soluzione a breve è scaglionare gli ingressi degli studenti e allungare l’orario, se necessario riorganizzando le presenze del personale scolastico, ci sono i soldi per coprire i costi. Così si riduce il rischio di assembramenti”.

Ciò che desta ancora più preoccupazione è la salute mentale dei ragazzi: “Per me la preoccupazione è piuttosto la salute mentale di un’intera generazione: basta vedere l’aumento delle consulenze psichiatriche, i tentati suicidi e gli atti di autolesionismo, l’esplosione di una violenza assurda, con risse organizzate a tavolino. È un disastro, che non possiamo ignorare”.

Sulla possibilità di fare uno screening a tappeto degli studenti, l’ex coordinatore del Cts spiega: “Credo che sia un’operazione fattibile nel mese di maggio, ovviamente non possiamo aspettarci una copertura completa, si potrebbero eseguire controlli a campione in un certo numero di istituti, comunque utili a individuare eventuali focolai. A livello locale si possono coinvolgere i volontari della protezione civile per fare il giro delle scuole del paese o della cittadina. Per quanto riguarda i test salivari, devono prima essere autorizzati dal ministero della Salute. In ogni caso, il test non può essere obbligatorio per la frequenza scolastica e, trattandosi di minori, deve essere autorizzato dai genitori”.

Parte del personale scolastico non è ancora stato vaccinato: “Se avessimo avuto la disponibilità di vaccini che era stata promessa, saremmo stati in grado di completare la campagna di vaccinazione per tutto il personale scolastico, ma dovevamo dare priorità ad anziani e fragili, per salvare vite. A questo punto, chi non è immunizzato e non si sente sicuro di tornare in classe, specie se più in là con gli anni, va tutelato, in attesa che possa vaccinarsi: il dirigente può valutare se affidargli compiti “protetti”, tipo lezioni a distanza, laddove previsti”.

Redazione

 

 

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