“Quel legame unico, di cui godevano un tempo gli Stati Uniti e l’Europa, sicuramente non tornerà come prima, malgrado l’amministrazione Biden. E il deterioramento di questi rapporti non è interamente imputabile a Trump”, lo spiega il politologo americano Ian Bremmer nel suo editoriale sul Corriere della Sera, in cui descrive i delicati rapporti tra Stati Uniti ed Europa.
Uno dei motivi per cui, secondo Bremmer, il patto transatlantico non potrà tornare come prima, risiede nella Brexit. “Seppur opponendosi talvolta alle tendenze prevalenti in Europa, Londra ha sempre saputo appoggiare, con lealtà e concretezza, il partner americano davanti al blocco europeo – spiega Bremmer – Dopo tutto, il Regno Unito è il Paese che condivide più intimamente le posizioni americane sulle principali criticità geopolitiche, come Russia e Cina”. Ma allo stesso tempo Joe Biden condivide posizioni e preoccupazioni con l’Europa, dunque “investirà il doppio delle energie” per collaborare con l’Unione e non trascurare Londra.
Ancora, altro elemento di spaccatura tra Usa e Ue è il diverso sistema di valori. Bremmer spiega che “i cosiddetti valori comuni che Stati Uniti ed Europa un tempo condividevano oggi non appaiono più convergenti”. Bruxelles vuole difendere il mercato unico dalla concorrenza americana e, su alcuni temi attuali come i cambiamenti climatici, agisce introducendo norme e tariffe che inevitabilmente pesano sul commercio con gli Stati Uniti.
Ciò che per Bremmer divide ancora di più l’Europa dalla Nazione a stelle e strisce sono le diverse alleanze. Se un tempo i due colossi erano più uniti che mai nel fronteggiare un nemico comune, quale l’Unione Sovietica, “oggi, si direbbe che molti europei sono interessati a stringere rapporti più forti con Mosca, in quanto percepita come partner essenziale per le forniture energetiche. Altri invece vorrebbero raffreddare quei legami, a causa degli interventi muscolari di Vladimir Putin all’estero e delle violazioni dei diritti umani in patria”. Ancora più critica è la visione della Cina, che per gli Stati Uniti è il rivale numero uno, mentre l’Europa la considera una minaccia dal punto di vista della sicurezza nazionale, ma un possibile partner economico.
“Va da sé che è difficile lavorare strettamente quando non si è nemmeno d’accordo sulla definizione di amici e nemici. E in mancanza di una minaccia esterna che possa spingerli nella medesima direzione, i rapporti tra Europa e Usa vanno raffreddandosi ancora di più”, conclude Ian Bremmer.