“Con questi dittatori, chiamiamoli per quello che sono, bisogna essere franchi”, è quanto ha affermato ieri il premier Draghi in conferenza stampa, sollecitato da un giornalista che gli chiedeva un’opinione su quanto avvenuto il giorno prima ad Ankara.
Al vertice con il leader turco Erdogan e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, la presidente Ursula von der Leyen si è ritrovata senza sedia ed è stata relegata in una posizione minore, su un divano ben distante dai due uomini che si sono subito appropriati delle sedute.
“Non condivido il comportamento di Erdoğan nei confronti della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, credo che sia stato un comportamento inappropriato, mi è dispiaciuto moltissimo per l’umiliazione che la presidente della Commissione Europea ha dovuto subire”, ha dichiarato Draghi.
Quello che più non è piaciuto ad Ankara sono le parole di Draghi seguite subito dopo: “Con questi dittatori, chiamiamoli per quello che sono, di cui però si ha bisogno, uno deve essere franco nell’esprimere la propria diversità di vedute e di visioni della società; e deve essere anche pronto a cooperare per assicurare gli interessi del proprio Paese. Bisogna trovare il giusto equilibrio”.
Ankara ha immediatamente convocato l’ambasciatore italiano, Massimo Gaiani, per chiarimenti. Mentre il capo della diplomazia turca Mevlut Cavusoglu ha affermato: “Il premier italiano, nominato, ha rilasciato una dichiarazione populista e inaccettabile nei confronti del nostro presidente della Repubblica, che è stato scelto attraverso elezioni”, ancora in una nota il ministero degli Esteri di Ankara ha chiesto “l’immediato ritiro delle dichiarazioni sul presidente turco che non sono conformi allo spirito di amicizia e di alleanza tra Italia e Turchia”.