“In Veneto in un anno abbiamo perso 65mila posti di lavoro, 35mila solo nel turismo. Se il Veneto si piglia un raffreddore scoppia un’influenza a livello nazionale”, lo afferma il presidente della Regione Veneto Luca Zaia.
“Abbiamo sette giorni per decidere insieme i contenuti del Dpcm, che spero venga scritto a due mani con le Regioni. Bisognerebbe anche farsi sentire in Europa. Non è possibile che sia vietata la circolazione in Italia e poi uno, facendo il tampone, possa volare da turista alle Canarie”, afferma Zaia in un’intervista a Repubblica.
“Vorrei che il nuovo Dpcm non si limitasse a gestire questa ondata, ma – continua Zaia – definisse già le regole della prossima. Si va verso l’estate. Bisogna dare una prospettiva alle categorie produttive del Paese, immaginando regole più flessibili, che prevedano il passaggio alle zone gialle o bianche, se le condizioni lo consentiranno”.
Sulla riapertura di palestre e piscine, il governatore afferma: “Va considerato il fatto che il rispetto delle regole dei cittadini (distanziamento, lavarsi le mani, mascherine), vale più dei lockdown rigidi. La Germania, che è chiusa da dicembre, non è messa meglio di noi”.
Sulla campagna vaccinale in Veneto, Zaia spiega: “Ci hanno accusato di avere vaccinato gli under 55 a scapito degli anziani. A lungo con AstraZeneca non si poteva fare diversamente, poi le regole sono cambiate. Che altro dovevamo fare?”.
I risultati però si cominciano a vedere: “Lo dicono i dati. In Veneto, su 30mila ospiti nelle Rsa, abbiamo un centinaio di contagiati, a dicembre erano 3500. Tra i 60mila ospedalieri non si è registrato più alcun focolaio”.
Sul vaccino Sputnik V, che il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha dichiarato di aver ordinato, Zaia spiega: “Non ho una posizione bigotta sul punto. Vorrei solo capire se è un liberi tutti”.