Tra i pianti del Recovery Plan, ci sono due corridoi europei in cui l’Italia può avere un ruolo cruciale e, se saprà portare a termine le opere, diventerà un crocevia del traffico passeggeri e merci europeo.
Come racconta il Sole 24 Ore, il primo è il Corridoio 5 che va da Lisbona verso Est fino a Kiev (dall’Atlantico verso il Mar Nero), e il secondo è il Corridoio 1 che partendo da Tallin-Berlino unirà il Nord con il Sud fino a Palermo (dal Mar Baltico al Mar Mediterraneo).
Ci sono però due nodi da scogliere: sul Corridoio 5, c’è il tratto Torino-Lione. Se non saremo in grado di realizzarlo, e di farlo entro i tempi stabiliti, l’Europa sposterà il collegamento sopra le Alpi e l’Italia ne sarà esclusa.
Sul Corridoio 1 il nodo è lo stretto di Messina. Il collegamento potrà essere completato se sarà realizzato il Ponte di Messina. Parallelamente al ponte sullo stretto, bisognerà portare l’alta velocità arriverà a Reggio Calabria e farla poi ripartire da Messina verso Palermo e verso Catania.
Se non sarà costruito il ponte sullo Stretto, il Corridoio 1 non potrà raggiungere la Sicilia e così anche la Calabria e buona parte del Sud saranno escluse dai collegamenti.