La pandemia ha colpito duramente il mercato dell’automotive con un calo del 27,9% delle immatricolazioni di auto. Ciò che emerge è comunque un incremento delle vendite di auto elettriche e ibride a dimostrazione che il settore si muove sempre più verso la transizione energetica.
Come racconta il Sole 24 Ore, è quanto emerge dai dati dell’Unrae che riunisce le case automobilistiche straniere: “A febbraio le auto ibride immatricolate sono state il 29%, una quota più alta rispetto alle auto diesel”, spiega Michele Crisci, presidente dell’associazione.
Paolo Scudieri, presidente dell’Anfia, Associazione delle imprese della filiera automotive, spiega: “L’anno scorso il 17,2% delle auto prodotte in Italia era green, cioè ibride o ricaricabili, una percentuale raddoppiata nei primi due mesi dell’anno fino ad arrivare al 37,5%”.
Gli imprenditori chiedono ora una politica industriale all’altezza, che possa favorire investimenti e riconversione del parco auto degli italiani. Servono incentivi, in particolare per le motorizzazioni nella fascia 61-135 gr/km di emissioni di Co2, che sono quelle che hanno più inciso sulla riduzione di emissioni di anidride carbonica.
Nel medio periodo serve poi un piano per incrementare le infrastrutture di ricarica per spingere così la domanda di veicoli full electric o plug in che, nonostante la crescita, rappresentano ancora il 5,8% delle immatricolazioni, una quota ancora bassa rispetto ai paesi vicini, prima tra tutti la Germania che supera il 20%.
