Attualità e politica

Bonaccini: “Lavorare uniti, da soli non si esce dalla pandemia”

“Lavorare uniti”, queste sono le parole chiave di Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, per superare l’emergenza sanitaria.

“Una condivisione che riscontro ogni giorno nel confronto col governo. L’ondata di febbraio e marzo ci ha costretto a nuove restrizioni, ma adesso la strategia deve evolvere rapidamente perché le famiglie e gli studenti non possono più aspettare, così come le attività sospese. Serve un piano di ripartenza sicura che abbia al centro non più le chiusure, ma l’immunizzazione rapida di tutti, a partire dagli anziani e dai più fragili”, spiega Bonaccini in un’intervista al Corriere della Sera.

Sul fatto che alcuni governatori abbiano rifiutato le task force offerte dal governo, il presidente spiega: “Presiedo la Conferenza delle Regioni e conosco l’impegno che tutti i presidenti ci stanno mettendo. Non ci sono venti campagne vaccinali regionali, ma una sola nazionale. Da soli non si esce dalla pandemia, ne usciremo insieme come Paese. Trovo giusto che il governo metta a disposizione risorse e strumenti per far sì che si possa viaggiare tutti al massimo della velocità. Alcune regioni hanno adottato il sistema di prenotazione delle Poste”.

Altre non lo hanno invece accettato, come l’Emilia-Romagna, in quanto “la nostra struttura di prenotazione era pronta prima e sta funzionando bene, perché cambiarla? Abbiamo bisogno di accelerare, non di fermarci e sarebbe irragionevole farlo dove non ci sono problemi. Mi pare che coi ministri Speranza e Gelmini ci sia pieno accordo anche su questo”.

Un altro nodo fondamentale da sciogliere è l’apertura della scuola: i giovani passano ormai tutta la giornata in casa, chiusi in camera davanti ad uno schermo o ad uno smartphone. Oltre alle conseguenze sull’apprendimento, ci saranno duri effetti anche sul lato sociale e psicologico. “Riaprire le scuole è la prima cosa da fare non appena torneremo al di sotto delle soglie di rischio. E dobbiamo fin d’ora prevedere programmi di recupero per i ragazzi”, spiega il presidente.

Redazione

 

 

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