Sabato scorso nel Regno Unito sono state inoculate in 24 ore 844.285 dosi di vaccino contro il Covid-19, pari all’1,3% della popolazione. I tempi sono stati record con un ritmo di 27 iniezioni al secondo.
Come racconta Repubblica, è questa la strategia di Boris Johnson che ha messo in piedi una macchina con 100mila volontari e 30mila operatori sanitari. Già in estate aveva ordinato 447 milioni di dosi di vaccino con una spesa di 137 miliardi di euro. Basti pensare che con AstraZeneca BoJo aveva chiuso l’accordo a maggio, mentre per quello dell’Ue bisogna arrivare ad agosto. O ancora, il primo vaccino Pfizer è stato approvato dall’Agenzia nazionale del farmaco a inizio dicembre, mentre l’Ema ha dato l’ok un mese dopo.
Sin da subito, l’obiettivo del governo britannico è stato quello di somministrare dosi per dodici ore, sette giorni su sette. Grazie alla riconversione di ampi spazi come stadi, cattedrali e supermercati, i centri vaccinali sono saliti agli attuali 3.123.
Un altro fattore cruciale per il buon esito della campagna vaccinale è stata la digitalizzazione del sistema sanitario inglese. Tutto centralizzato, contiene un database per ogni paziente, aggiornato ogni volta che ci si iscrive al medico di famiglia. In questo modo è stato facile identificare subito le fasce prioritarie e convocarle per la vaccinazione in tempi brevi tramite sms o telefonate.