L’acquisto e l’utilizzo di Tesla è stato vietato in Cina a funzionari pubblici, militari e dipendenti di aziende di Stato, perché raccoglierebbe dati sensibili che sarebbero poi trasmessi in America, al governo o all’Intelligence.
Come racconta Repubblica, il ban ricorda quello degli Stati Uniti verso le tecnologie di Huawei ed è avvalorato dal fatto che le nuove auto elettriche di Tesla hanno un’informatica di bordo molto avanzata, in cui il passeggero può utilizzare la rete per mandare mail, navigare sui social media o su Internet e accedere così alle sue banche dati, e sono dotate di videocamere. Tutte informazioni utili e sensibili, secondo le autorità cinesi. Pentagono.
Musk, che l’anno scorso ha chiuso in Cina un quarto delle vendite globali di mezzo milione di auto, è subito intervenuto per smentire: “Le auto Tesla non fanno spionaggio, né in Cina né in America”. Il fondatore di Tesla ha partecipato ad un convegno virtuale a Pechino e ha dichiarato: “Che un’azienda sia cinese o americana, se si prestasse a fare spionaggio subirebbe degli effetti negativi molto gravi. Se la Tesla utilizzasse le sue auto per fare spionaggio in un Paese, verrebbe vietata anche in altri e questo è un forte incentivo per garantire la confidenzialità dei dati”.
Dietro la mossa di Pechino, oltre a motivi geopolitici, potrebbe anche nascondersi un obiettivo economico: le auto elettriche rientrano tra i settori in cui la Cina di Xi Jinping vuole diventare leader mondiale.