In Spagna partirà la sperimentazione della settimana corta, fatta di 32 ore di lavoro spalmate su quattro giorni. A proporlo è Más País, il piccolo partito di Iñigo Errejón, che su Twitter scrive: “Con la settimana di 4 giorni di lavoro, ci stiamo lanciando nel vero dibattito della nostra era. Il tempo per realizzare l’idea è arrivato”.
Come racconta il Corriere della Sera, la settimana corta aiuterebbe a ridurre l’inquinamento e, quindi, il cambiamento climatico, promuoverebbe la formazione del personale che potrebbe sfruttare il tempo libero per aggiornarsi sulle nuove tecnologie, e soprattutto “il maggior benessere e la miglior organizzazione della vita permetterebbe un aumento della produttività oraria che è la vera zavorra del lavoro in Spagna”.
L’esperimento sarà avviato per tre anni su un numero limitato di imprese e sarebbero stati stanziati 50 milioni di euro per le aziende che vogliono provare a seguire questo modello.
I costi più importanti sarebbero coperti al 100% il primo anno, al 50% il secondo e al 33% il terzo. A quel punto la ditta potrà valutare l’effettivo aumento della produttività individuale e la convenienza del regime a 32 ore settimanali.
La Confindustria spagnola (Ceoe) non è d’accordo con la proposta che è considerata “una follia durante la peggiore crisi spagnola dai tempi della guerra civile”.
Intanto in Spagna, a Jaen, c’è già un’azienda che da un anno ha adottato questo nuovo regime con un aumento del 6% della produttività. A Valencia, invece, è stato varato per il 2021, anticipando il governo di Madrid, un mini piano di sostegno alla sperimentazione dal valore di 4 milioni.