Gli Stati Uniti hanno sospeso i dazi, almeno per i prossimi quattro mesi, sui prodotti agroalimentari Ue. Questo ha portato ad un immediato boom di richieste da parte degli importatori e distributori americani che vogliono fare scorta approfittando dell’abolizione della tassazione del 25%. Tra i prodotti più richiesti il Grana Padano, sui cui i dazi aggiuntivi su 160mila forme hanno pesato per 16 milioni di euro sul prezzo complessivo del prodotto.
Come racconta il Sole 24 Ore, se da una parte, quindi, sono aumentate le richieste, dall’altra ci sono problemi logistici che non permettono di soddisfare in tempi celeri la domanda. Lo spiega Micaela Pallini, presidente del gruppo Spiriti di Federvini, ai cui liquori i dazi sono costati un calo delle richieste del 40%: “Il fatto è che, con la Cina che monopolizza il traffico mondiale merci via nave, non si trova un nolo libero per spedire le casse. Di solito le mie bottiglie partono da Livorno o da Napoli, e in quattro settimane sbarcano alle dogane americane. Ora, invece, bisogna mettere in conto anche sette settimane di tempo, più la difficoltà di trovare una nave con ancora posti disponibili”. Per spedire il suo ultimo carico Micaela è stata costretta a passare via Rotterdam, ma è ancora in attesa di conoscere le date delle spedizioni.
Per il settore dei formaggi, quello più richiesto oltreoceano, la moratoria concessa è uno spiraglio di luce nel tunnel in cui le aziende sono sprofondate, complici il deprezzamento del dollaro e lo scoppio della pandemia: sono andati persi ben 60 milioni di euro, ricorda al Sole 24 Ore il presidente di Assolatte, Paolo Zanetti. Motivo per cui tutte i player del settore hanno scritto lettere al governo americano per non coinvolgere i formaggi italiani nelle tassazioni.