Approvata ieri negli Stati Uniti la manovra da 1.900 miliardi di dollari varata da Joe Biden per fronteggiare la pandemia. Una quota di 66 miliardi è destinata alla sanità e alla campagna vaccinale, ma la maggior parte dei fondi sono per ristori e ammortizzatori sociali per i cittadini.
Sono previsti assegni o bonifici bancari di 1.400 dollari pro capite fino a un reddito di 75.000 dollari annui, la proroga del supplemento di 300 dollari settimanali sulle indennità di disoccupazione. Ancora, sgravi sui debiti degli studenti, credito fiscale, assegni familiari per figli a carico.
Come racconta Repubblica, si tratta della più grande manovra di spesa degli ultimi decenni, da alcuni paragonata alla Great Society di Lyndon Johnson. A tal proposito i repubblicani, che hanno votato contro, hanno ricordato come il progetto di Johnson fosse fallito nel suo obiettivo di sconfiggere la povertà.
Per Biden si apre ora la fase due, in cui deve dare uno sprint alla transizione energetica verso le rinnovabili e l’ammodernamento delle infrastrutture e non sarà facile ricevere il consenso visto l’enorme pacchetto appena approvato.
Intanto l’Ocse ha stimato per gli Stati Uniti una crescita del Pil nel 2021 del 6,5%, previsione raddoppiata rispetto a quella di dicembre, e non da lontana da quella ipotizzata per il colosso del Dragone, pari al 7,8%.
