Si è tenuta oggi l’audizione di Snam nelle commissioni Bilancio e Politiche Ue del Senato sul Recovery Plan. “Il Recovery deve essere inteso come il primo pezzo di un puzzle da accompagnare con altri programmi europei e con l’Ipcei varato sotto il coordinamento tedesco ci sarà un contributo importante allo sviluppo dell’idrogeno. L’importante è che ci sia un iter di permessistica legato alle progettualità molto accelerato perché le deadline e le regole strette di impegno di spesa si giocheranno gran parte della riuscita del piano”, lo ha affermato Domenico Maggi, head of European and Italian Government Affairs di Snam.
Gli ha fatto eco Sergio Molisani, Finance, Insurance and Tax director di Snam che ha spiegato: “Ci sono circa 2 miliardi del Recovery più altri 2 miliardi del piano europeo 2021-2027. Gli orientamenti del Piano nazionale e le progettualità incluse sono perfettamente in linea con il piano di Snam che si snoda lungo 6 direttrici principali: le hydrogen valley, l’idrogeno nel trasporto ferroviario, le reti di stazioni di rifornimento dell’idrogeno, l’hard to abate, la produzione di elettrolizzatori e lo sviluppo di una filiera italiana dell’idrogeno, la ricerca nel campo dell’idrogeno. L’impatto della nostra progettualità è di circa 1 miliardo che potrebbe arrivare a 5 miliardi di impatto complessivo, con 10mila occupati e 0,8 miliardi di tasse”.
Sergio Molisani ha poi spiegato i settori del Piano nazionale di ripresa e resilienza in cui Snam potrà giocare un ruolo fondamentale, dall’efficienza energetica alla mobilità sostenibile: “Snam ha competenze, capacità e risorse per accelerare e amplificare la dimensione della progettualità già inclusa nel suo piano industriale. Il biometano è una risorsa ambientalmente ed economicamente sostenibile per la decarbonizzazione dei settori dei trasporti e residenziale. È importante che si predispongano gli schemi di supporto per rendere economicamente sostenibili le opere anche dal punto di vista autorizzativo. Tutto quello che verrà fatto dovrà inoltre essere coerente con la normativa degli aiuti di Stato su cui tutti dovremmo attivarci per fare delle modifiche. Infine, l’importanza del blending: non dimentichiamo i circa 90-100 miliardi di euro che arriveranno dal settennato e dall’Ipcei come forma di supporto di ricerca e sviluppo dell’idrogeno su cui occorre cominciare a pensare, così come sui progetti che possono dare un contributo all’ambiente indipendentemente dallo stato in cui si trova lo sviluppo tecnologico (articolo 21 e 23)”.