“La prima volta che mi fa un regalo sono rose. Tredici, bianche, senza spine. Strano come nella vita nessuno mi avesse più donato dei fiori. L’ultimo era stato mio padre, mio marito invece lui no, mai”, sono le parole di una donna di trentasette anni, di origini abruzzesi, che vive a Roma, fidanzata e apparentemente felice, fino a quando non incontra un altro uomo, così diverso da lei. È la storia che Annalisa De Simone racconta, con una scrittura esatta e a tratti struggente, in “Sempre soli con qualcuno” (ed. Marsilio, 2021).
L’uomo che la giovane protagonista incontra è totalmente diverso da suo marito. Chi l’ha accompagnata finora nella sua vita è biondo, alto, ricco, di sinistra, mentre il deputato che conosce è piccolo, bruno, di origini contadine e di destra.
La donna ha tante ambizioni, sia lavorative, ma anche di vita e desidera avere un figlio. Il suo compagno sembra essere però più preoccupato per il suo lavoro di avvocato dei diritti degli ultimi e durante un festival della letteratura a L’Aquila, la donna fa la conoscenza di un deputato abruzzese con il quale nasce una storia.
Ciò che cattura il lettore non è tanto conoscere come andrà a finire la storia dei due amanti, ma scoprire la nuova vita che entrambi affronteranno. L’autrice narra magistralmente cosa succede quando si decide di vivere davvero la propria vita, con rischi e incertezze, e quando si smette di vivere una vita che non ci appartiene più.