L’inflazione è risalita: secondo i dati diffusi oggi dall’Istat l’indice nazionale dei prezzi è cresciuto dello 0,1% su base mensile e dello 0,6% rispetto allo stesso periodo del 2020.
Inoltre, l’Istat ha rivelato i dati sui conti pubblici del 2020: il Pil è crollato dell’8,9%, leggermente di meno rispetto alle previsioni del governo del -9%, il rapporto deficit/Pil si attesta a -9,5% e la pressione fiscale è salita al 43,1% rispetto al 42,4% dell’anno precedente. A fare un balzo in avanti evidente è il rapporto debito/Pil che si è alzato al 155,6% nel 2020 rispetto al 134,6% dell’anno precedente.
“Nel 2020 l’economia italiana ha registrato una contrazione di entità eccezionale per gli effetti economici delle misure di contenimento connesse all’emergenza sanitaria. A trascinare la caduta del Pil è stata soprattutto la domanda interna, mentre la domanda estera e la variazione delle scorte hanno fornito un contributo negativo limitato”, ha dichiarato l’Istat.
Come racconta Repubblica, per quanto riguarda l’aumento dell’inflazione, molto è dovuto “all’ulteriore attenuarsi della flessione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da -6,3% di gennaio a -3,6%) e l’inversione di tendenza dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da -0,1% a +1,0%)”.
Cala invece il carrello della spesa, cioè il paniere relativo ai soli beni alimentari, della cura della casa e della persona, che scende al +0,3% tendenziale (rispetto a febbraio 2020), contro il +0,4% di gennaio. Crescono invece i prezzi dei beni ad alta frequenza di acquisto, che passano da -0,1% tendenziale di gennaio a +0,2%.
A febbraio i prezzi al consumo tornano a salire dopo dodici mesi di variazioni negative. Su base tendenziale a febbraio diminuiscono i prezzi delle divisioni di spesa su Istruzione (-3,5%), Comunicazione (-3,2%) e Abitazione acqua e elettricità (-0,3%) mentre aumentano bevande alcoliche e tabacchi (+2%).
