Mario Draghi ha preso parte ieri al vertice con i leader dei 27 membri dell’Ue e lo ha fatto per la prima volta in veste di premier. Ai grafici mostrati dalla presidente von der Leyen sul cronoprogramma delle consegne da parte delle aziende del Big Pharma, Draghi ha prontamente risposto: “Non vedo certezze”.
Come racconta La Stampa, Draghi ha incalzato l’Unione Europea affinché esiga il “rispetto degli impegni contrattuali” al punto di “valutare misure estreme come le limitazioni all’export”.
L’ex presidente della Bce ha poi invitato a sfruttare ogni misura possibile e il riferimento è agli altri partner delle aziende farmaceutiche, come quello indiano di AstraZeneca che ha da poco consegnato le prime dosi del programma Covax in Ghana.
Sempre sul programma dell’Onu per portare il siero anche nei paesi più in difficoltà, Draghi ha dichiarato: “Una buona idea, ma temo non sia il momento per donazioni: visti i ritardi si aprirebbe un problema di credibilità con i cittadini dell’Unione”.
Infine, il premier ha messo in evidenza i ritardi dell’Europa: in tutta l’Ue sono stati vaccinati 28 milioni di persone a fronte dei 18 della sola Gran Bretagna. Un’accelerazione è d’obbligo.