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Tra i minori, l’età media di chi prova le droghe è 12 anni

L’indagine condotta dal centro studi “Semi di melo” nato dalla collaborazione della fondazione Exodus di don Antonio Mazzi, con la Casa del giovane di Pavia, mostra dei dati impressionanti: l’età media dei consumatori di droghe tra i minori è 12 anni. La percentuale di chi ne fa uso è bassa, circa l’1% degli studenti (1,7% a Pavia, 1,4% a Milano che scende a 0,21% in Sicilia) consuma cocaina, eroine, pasticche. Si alza leggermente se si guarda il consumo di hashish e marijuana (4,68% a Pavia, 2,8% a Milano e 0,74% in Sicilia).

Come racconta l’analisi su La Stampa, è l’età a fare più paura. L’indagine è stata chiamata Selfie perché vuole dare una fotografia – un selfie per l’appunto – che i giovani danno di loro stessi. È stato analizzato un campione di oltre 60mila alunni di scuole media e superiori di tutta Italia. I dati sono ancora in fase di aggregazione, ma ciò che desta molta preoccupazione è che il 16% di chi tra i minori ha fatto uso di droghe lo ha fatto “per affrontare momenti difficili”.

“Perché lo fanno tutti, l’emulazione del gruppo che in passato era la prima risposta oggi è diventata la terza. Non bisogna soffermarsi sul tipo di droga assunta ma sul perché viene assunta. Sempre più spesso lo scopo è lenitivo: ragazzi così giovani che percepiscono la fatica di vivere. E questo si associa spesso ad atti autolesionistici, come piccoli tagli sul corpo, e alla sempre maggiore difficoltà di comunicare con gli adulti, genitori ed educatori, mentre gli amici restano il loro punto di riferimento”, spiega Simone Feder, psicologo che coordina l’area dipendenze della Casa del giovane.

Il fronte più preoccupante è quello della cocaina e delle nuove droghe sintetiche. Nel 2019 sono state sequestrate in Italia quasi 55 tonnellate di droga in tutto oltre a 223 mila piante di cannabis e a più di 59 mila dosi o compresse di stupefacente.

Non si conoscono ancora gli effetti del lockdown, ma “di certo traffico degli stupefacenti e sequestri non si sono ridotti con la reclusione tra le mura domestiche, anzi sono proseguiti regolarmente”, afferma Alessandra Dolci, capo della Dda di Milano.

I giovanissimi acquistano la droga al parco (40% del campione) o su internet (30%). “Quando questi giovani arrivano da noi, nelle comunità, è troppo tardi e per questo bisogna intervenire prima, con la prevenzione, e andare a prenderli in strada, nei luoghi di ritrovo”, afferma Feder.

Redazione

 

 

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