Secondo l’inchiesta pubblicata dal The Guardian non sarebbe solo la Cina ad aver fino ad ora omesso informazioni sul virus che da ormai un anno ha stravolto le nostre vite.
Come racconta Libero che riporta quanto scritto dal quotidiano inglese, anche il governo italiano avrebbe mentito sul Covid. La data x è il 4 febbraio del 2020, quattro giorni dopo la proclamazione dello stato di emergenza da parte dell’allora premier Conte. Come ogni paese che aderisce al Regolamento sanitario internazionale, l’Italia è tenuta a presentare all’Oms, ogni anno, un rapporto sulla sua preparazione per un’eventuale pandemia o catastrofe sanitaria. I nostri vertici lo hanno consegnato proprio il 4 febbraio.
Nella sezione C8 del piano è richiesto di indicare la capacità di reazione del paese davanti ad una simile emergenza e nel documento firmato da Claudio D’Amario, all’epoca direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, è stato indicato il livello massimo, quindi 5.
Ma il The Guardian si chiede come sia possibile la veridicità di quella dichiarazione se il piano pandemico nazionale non era aggiornato dal 2006. Inoltre, secondo l’ex generale dell’Esercito Pier Paolo Lunelli, autore dei protocolli di prevenzione per vari Stati europei, sono “prive di fondamento” 60 delle 70 risposte date dall’Italia.
Il documento è già nelle mani della procura di Bergamo come prova della causa civile avanzata dalle famiglie delle vittime di Covid-19 contro gli amministratori della città lombarda. Resta ora da capire quale sia stato il ruolo del ministro della Salute Roberto Speranza che, secondo i parlamentari di Fratelli d’Italia, “deve rendere conto agli italiani dei tanti errori commessi e delle tante bugie dette”.