“Potremo attivare i fondi già quest’estate, ma molto dipende dalle ratifiche”, lo ha affermato il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis durante l’Ecofin, la riunione dei ministri delle Finanze dell’Unione Europea.
Come racconta Repubblica, fondamentale sarà la consegna dei piani entro aprile. Al momento hanno completato l’iter parlamentare solo sei Paesi e gli altri hanno dato garanzie sul rispetto dei tempi. Si temono però ritardi, considerando che alcuni paesi come Olanda o Austria, hanno in programma il voto a ridosso della scadenza.
Da venerdì sarà possibile notificare i piani nazionali e per l’approvazione la Commissione si riserva circa due mesi di valutazioni e poi i governi (Ecofin) altri trenta giorni.
I tempi sono quindi molto serrati per ricevere l’anticipo del 23% dei fondi spettanti ad ogni paese membro entro giugno. Per questo l’Europa richiede di ricevere i piani entro aprile.
In Italia a Mario Draghi spetta l’arduo compito di rivedere in poco tempo la bozza del Recovery Plan lasciata in eredità da Giuseppe Conte e che, secondo il parere di molti esperti, presenta non poche lacune.
Ieri Marco Buti, capo di gabinetto del commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni, ha definito il piano di Conte “incompiuto”. “Il nuovo governo deve rimettere le mani sulla granularità dei progetti, sulle riforme che vanno insieme ai progetti di investimento e sulla governance”, ha dichiarato.