Attualità e politica

“Compriamo i vaccini o li comprerà qualcun altro”, Zaia spinge per l’acquisto autonomo

“I vaccini ci sono e se non li compriamo noi, li comprerà qualcun altro”, così il presidente della Regione Veneto Luca Zaia che vuole dare un’accelerata alla campagna vaccinale.

Per farlo ha sul tavolo due offerte per un totale di 27 milioni di dosi di vaccino, che sono in attesa del benestare di Domenico Arcuri. La Regione ha inviato la comunicazione all’Aifa il 4 febbraio che ha però rimandato ad Arcuri, per questo la medesima lettera è stata spedita lunedì a Roma.

“Attendo l’autorizzazione del commissario Domenico Arcuri per firmare. Ci siamo sentiti e sono in corso verifiche sulla provenienza, la sicurezza e l’affidabilità dei lotti che ci sono stati proposti”, afferma al Corriere della Sera Zaia.

Il governatore, insieme al direttore regionale della Sanità Luciano Flor, ha subito precisato che le fiale non provengono da nessun “mercato nero” e che gli intermediari sono soggetti affidabili. Sono state sei aziende a farsi avanti, ma dai controlli fatti sull’affidabilità e sulla provenienza, ne sono rimaste solo due. “In alcuni casi i prezzi erano superiori di 5-6 volte rispetto a quelli concordati dall’Ue, in altri perfino più bassi, di circa il 10 per cento e abbiamo svolto accertamenti sui soggetti proponenti, per evitare di cadere in truffe o in situazioni poco chiare. La trattativa è stata resa pubblica e gli intermediari li conosciamo, ci hanno già fornito mascherine e ventilatori polmonari durante la prima ondata”, spiega Flor.

Avendo il Veneto un massimo di quattro milioni di persone vaccinabili, Zaia è pronto a mettere a disposizione le dosi con le altre Regioni che hanno mostrato interesse, come l’Emilia-Romagna o la Lombardia, e direttamente con Arcuri: “Procederemo nell’ottica della massima collaborazione. Siamo pronti a mettere a disposizione dello Stato e delle altre Regioni il canale che abbiamo aperto”, ha dichiarato.

Come racconta il Corriere della Sera, oltre al benestare di Arcuri, servirà anche quello del ministero della Salute, considerando che gli ordini andranno a impattare sui contratti europei. L’ipotesi è che le dosi possano essere scalate dalle forniture nazionali e quelle aggiuntive vengano distribuite tra le Regioni. Lo Stato dovrà garantire la copertura finanziaria e quindi il pagamento delle dosi extra come avrebbe pagato quelle dell’Ue.

Redazione

 

 

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