Uno dei dossier più delicati sulla scrivania del ministro Giancarlo Giorgetti è quello di Alitalia, che, non solo ha risvolti importanti sull’impatto occupazionale del paese, ma anche per le indagini che l’Antitrust Ue ha aperto per gli aiuti di Stato pari a 1,3 miliardi di euro.
Il governo Draghi sarà il quarto ad occuparsi di questo dossier. La compagnia è in amministrazione straordinaria dal 2 maggio 2017, governo Gentiloni, quando ha ricevuto un prestito di 900 milioni di euro in due tranche. Nei governi successivi di Giuseppe Conte, stava per finire in un consorzio italo-americano Ferrovie dello Stato-Atlantia-Delta Air Lines, ma le trattative sono naufragate, poi è cambiata la gestione commissariale e sono arrivati altri 400 milioni di euro di prestito. Risale a pochi mesi fa la scelta del governo Conte due di creare una nuova compagnia per rilanciare il marchio Alitalia, la newco Italia Trasporto Aereo.
Corriere della Sera analizza lo stato dell’arte del dossier e i suoi possibili risvolti, a partire dall’aspetto economico. Il commissario Giuseppe Leogrande chiede altri soldi (almeno 150 milioni di euro) per poter pagare gli stipendi. Intanto la newco voleva cominciare l’attività ad aprile ma molto probabilmente l’avvio slitterà a luglio o direttamente a ottobre, perdendo di fatto il periodo estivo, solitamente uno dei più proficui.
Diverse fonti istituzionali hanno rivelato al Corriere che più voci chiedono la chiusura della compagnia aerea, mentre qualche tecnico del ministero ritiene che chiudere Alitalia costerebbe di più che tenerla aperta. Da un punto di vista economico, Alitalia ha sostenuto nel 2019 costi per il personale pari a 630 milioni di euro, tra stipendi e imposte dirette e contributi. La chiusura comporterebbe anche una spesa, in termini di protezione sociale, per chi perderebbe il lavoro e, se non partisse la newco, il governo dovrebbe spendere almeno 470 milioni di euro.
Da un punto di vista logistico, le tratte di Alitalia, secondo i database specializzati, sono molto usate per collegamenti nazionali e intercontinentali diretti. Qualora Alitalia interrompesse questi viaggi, gli altri colossi europei imporrebbero lo scalo nei loro hub.
La soluzione, racconta il Corriere della Sera, passa tramite Bruxelles. Draghi potrebbe ottenere un compromesso con l’Antitrust Ue, ma dovrebbe anche approvare il piano industriale della newco Italia Trasporto Aereo. Il governo italiano potrebbe incorporare gli asset di Alitalia e cederli alla newco senza più un bando di vendita come chiede l’Europa.
E per quanto riguarda la vendita, il Corriere ha ottenuto copia della lettera del direttore generale del ministero dello Sviluppo economico Mario Fiorentino al commissario Leogrande, datata 12 febbraio, in cui chiede che venga avviata “con ogni consentita urgenza, una nuova procedura di vendita”. Ancora incerto però il futuro del precedente bando avviato il 4 marzo 2020 e sospeso “temporaneamente” il 26 marzo 2020. Il rischio è che finirebbero per esserci due gare parallele.